Costituisce colpa grave “non intelligere quod omnes intelligunt”

Costituisce colpa grave, ai sensi dell’art. 96 c.p.c., non intelligere quod omnes intelligunt, cioè agire o resistere in giudizio senza aver adoperato la normale diligenza per acquisire coscienza dell’infondatezza della propria condotta, perché contraria a princìpi giuridici pacifici e risalenti, ripetutamente affermati dalla Suprema Corte.
(Cass. civ., III, 03/10/2019, n. 24649).