Nel danno da cosa in custodia, quando la cosa è statica, occorre la prova della sua pericolosità nonostante il normale uso.

Qualora la cosa in custodia, che si assume aver cagionato il danno, sia di per sé statica e inerte e richieda che l’agire umano dell’asserito danneggiato si unisca al modo di essere della cosa, per la prova del nesso causale occorre dimostrare che lo stato dei luoghi presenti peculiarità tali da renderne potenzialmente dannosa la normale utilizzazione: come, ad esempio, buche, ostacoli imprevisti, mancanza di guard-rail, incroci non visibili e non segnalati.

(Cass. civ., III, 27/03/2020 n. 7580)